mercoledì 1 marzo 2017

Storie di #ago&filò: 50 anni a servizio della qualità

Ci sono storie e storie. Alcune hanno quel magico potere di catapultarti in un altro tempo, in un'altra dimensione. Succede così, quasi per caso, che mentre le ascolti ti ritrovi seduta comodamente sul tuo divano di casa davanti ad uno schermo con i popcorn in una mano e una bibita nell'altra, e gli occhi incollati al film che ti scorre davanti. 
Non è una cosa che capita tutti i giorni, soprattutto di questi tempi, ma quando ascolti una storia lunga e entusiasmante direttamente dalla bocca del protagonista non puoi fare a meno di pensare che questa storia debbano conoscerla in tanti. E se poi la storia si chiude (ma non per sempre, intendiamoci!) col botto, allora non può che diventare il tema inaugurale della nuova rubrica Storie di #ago&filò.

Antefatto: A fine gennaio ho dovuto affrontare l'acquisto della mia prima taglia cuci. Volevo a tutti i costi una Bernina e mi sono pertanto rivolta al rivenditore ufficiale di Brescia, Per filo e per sogno di Danilo Lombardi.
Nel negozio dall'insegna gialla e blu mi si è aperto un mondo. Non potevo immaginare che, dopo un'ora passata a chiacchierare sorseggiando tè, me ne sarei venuta via con un bagaglio di conoscenze in più, l'appuntamento per l'insegnamento dell'utilizzo della Elna 664Pro (il perché di questa scelta fa parte di un'altra storia!) e una collaborazione per le lezioni di #ago&filò.
Dall'amore però con cui io e mio marito siamo stati accolti in negozio e nella passione con cui raccontava dei prodotti è stato facile intuire che Danilo fosse molto di più di un commesso venditore di macchine per cucire. 

Ciao Danilo, a marzo ricorrono i tuoi 50 anni di attività, una tappa importante che designa una vita dedicata interamente alla passione per le macchine da cucire. Una passione che hai ereditato da tuo padre Severino e, ancor prima, da tuo nonno Edoardo. Potresti raccontarci un po’ di storia…

Sì, sono esattamente 50 anni di attività, tramandatami da mio papà Severino che a sua volta la aveva ereditata da suo papà, il nonno Edoardo. Il nonno aveva nove figli, sette maschi e due femmine. Di questi figli cinque lavoravano nel settore delle macchine per cucire e le due figlie facevano le ricamatrici e insegnavano alle clienti l'utilizzo delle macchine. L'inizio di tutto ciò nacque nei primi anni '50 con l'apertura del negozio Borletti in corso Palestro a Brescia, poi l'apertura di un altro negozio, stavolta Vigorelli prima dell'avvento delle macchine cinesi, volutamente minuscolo, data la qualità dei prodotti…




Allora pensammo, io, Anna ed Eugenio di aprire un negozio in cui le macchine per cucire rappresentassero la qualità che riteniamo migliore in assoluto e, visitando una fabbrica della Husqvarna in Svezia, ritenemmo fosse la macchina che facesse per noi.
L’abbiamo distribuita per più di 20 anni, sino a 6 anni or sono quando ci siamo resi conto che la globalizzazione aveva spinto la azienda a chiudere la fabbrica in Svezia e a far produrre altrove le macchine.  Sarebbe troppo facile dirvi dove le producono ora.......
Noi, convinti che una soluzione migliore esista sempre, ci siamo messi alla ricerca di un’altra opportunità e l’abbiamo trovata in Svizzera dove la Bernina produceva le sue macchine.  Negli ultimi due anni abbiamo cominciato a proporre, sempre con crescenti risultati, anche le macchine per cucire di un’altra azienda, sempre Svizzera, la Elna. Crediamo fermamente che questo possa essere un punto di arrivo definitivo, qui si unisce la qualità ad un servizio assolutamente impeccabile e a una gamma di macchine straordinarie.

Hai dei ricordi particolari che ti sono particolarmente cari legati all'inizio della tua attività? Ricordiamo che hai cominciato a lavorare a 14 anni.

Ho cominciato a 14 anni il lavoro che svolgo ancora adesso e in questi 50 anni le cose sono molto cambiate. Allora lavoravo porta a porta, le persone aprivano tranquillamente la porta e ti facevano entrare in casa. Io proponevo riparazioni, vendevo aghi, olio e accessori vari, in molti casi mettevo la loro vecchia macchina per cucire in una cassetta posizionata sul retro del mio motorino e la portavo in officina per poi riconsegnarla riparata alcuni giorni dopo. Ricordo con tenerezza le molte volte in cui, a casa del cliente, essendo giunta l'ora di pranzo e non avendo terminato il lavoro venivo invitato a tavola con loro. Uno di quei ricordi che non ti lasciano mai...

Altri tempi mi verrebbe da dire…  Che bello!
Tu che hai vissuto la storia della sartoria e del cucito creativo degli ultimi 50 anni, dalla parte di vende strumenti e servizi accessori, potresti raccontarci come era allora la realtà della sartoria amatoriale e professionale e come secondo te si è evoluta nel tempo?

Agli inizi del mio lavoro le sartorie erano quasi sempre formate da una o al massino due persone, il lavoro veniva svolto quasi sempre in casa e le macchine erano spesso vecchie e non troppo efficaci. Esisteva molta creatività dovuta soprattutto alla mancanza di informazioni e di formazione professionale, insomma bisognava arrangiarsi un pochino...
Oggi, grazie al web esistono miriadi di informazioni, di filmati e di suggerimenti, anche se credo che senza l'aiuto di persone davvero capaci sia difficile confezionare, cucire e produrre capi finiti in maniera impeccabile. Certamente oggi ci vengono in aiuto le macchine molto più evolute ma, se non si posseggono le basi fondamentali è complicato avere buoni risultati.


Per un artigiano non è sempre facile, ogni attività regala sempre gioie e dolori. Tu in questi anni, hai potuto condividere il tuo cammino professionale insieme ad Anna, tua moglie, penso sia un valore aggiunto…

Da ormai 25 anni al lavoro che prima svolgevo da solo si è aggiunta Anna, mia moglie.  Da sempre appassionata di cucito aveva però un lavoro statale, all'Intendenza di Finanza a Brescia. Un lavoro che le piaceva ma che le lasciava, specialmente dopo la nascita di Eugenio, poco spazio per la sua passione.  Allora è nata la nostra collaborazione, Anna si è licenziata (credo sia un caso insolito, uno statale che si licenzia... !) e abbiamo cominciato il nostro cammino comune.  Anna si occupa essenzialmente dei corsi di Patchwork, degli insegnamenti per l'utilizzo delle macchine per cucire e dell'organizzazione generale del negozio. Insomma, fa quasi tutto lei. Quasi, eh...!
In ogni caso, la sua necessaria presenza in negozio ha fatto sì che gli insegnamenti e i corsi di patchwork siano sempre piuttosto frequentati.

Con Eugenio, vostro figlio, la vostra attività è giunta alla quarta generazione di artigiani del settore.

Dulcis in fundo, dieci anni or sono Eugenio, nostro figlio, ha candidamente chiesto se potesse lavorare in negozio con noi.  E' la quarta generazione, come potevo non essere felice? Credo che il nonno Severino lo sia stato anche di più....
Noi non lo avevamo spinto in nessun modo, riteniamo che una persona di 20 anni possa, anzi debba, scegliere la sua strada senza pressioni, ma siamo davvero stati molto contenti e quasi subito Eugenio si è perfettamente integrato nel lavoro. 

Non sbaglio se dico che Eugenio, anche per una questione anagrafica, ha portato una ventata di innovazione e novità all'attività. In che modo?

Le macchine per cucire moderne, di alta qualità, necessitano di conoscenze approfondite da parte del venditore e il compito di Eugenio è stato proprio quello di occuparsi dei corsi di formazione riguardo al software per i ricami, coadiuvato da Anna.  Altra cosa di cui si occupa Eugenio è la parte relativa alle macchine taglia-cuci, di cui ha una grande conoscenza.  Cosa non meno importante è l'assistenza tecnica dei prodotti... Qui apro una parentesi: noi ripariamo tutte le macchine per cucire, anche quelle non vendute da noi.

Danilo, è vero che è stato tuo papà ad insegnare a Eugenio ad aggiustare le macchine da cucire?

Ho lasciato a mio papà, Severino, il compito di insegnare ad Eugenio come si riparano le macchine, credo di poter tranquillamente affermare che mio papà sia un grande, grandissimo esperto nel settore.  Ovviamente oggi le macchine son cambiate molto e la parte elettronica necessità di ben altre conoscenze. Eugenio, dal basso dei suoi 31 anni è grandemente avvantaggiato per le competenze elettroniche. Parte regolarmente per tutti i corsi di aggiornamento, a Firenze, a Roma, in Svizzera e in ogni luogo si tengano. Devo ammettere che senza di lui, sarebbe un problema fornire assistenza qualificata per i prodotti che vengono oggi costruiti.


Torniamo a te Danilo, e alla tua festa. Se tornassi indietro nel tempo rifaresti tutto d’accapo ugualmente, se sì cosa e se no perché?
Credo che solo una persona distratta o un grande presuntuoso non si accorga degli errori fatti nel corso di una vita lavorativa, se si potesse tornare indietro certo cambierei qualcosa, ho però scoperto che non si può, e non mi resta altro da fare che trarre una lezione dagli errori fatti, metterli in un angolo, scordarli no, non è possibile, e fare in modo che siano utilizzabili come esperienze da non ripetere.

So che per questo mese di marzo appena cominciato hai in serbo una sorpresa per tutte le clienti. Tu l’hai chiamata Upgrade. Puoi raccontarcela nello specifico?

Arrivato dunque a quello che penso sia un traguardo importante (50 anni di lavoro sono un segno inequivocabile che il modo in cui lo hai impostato è stato un modo corretto), ho pensato che un segno tangibile di ringraziamento andasse dato a tutte le persone che entrano nel nostro negozio....
Volendo uscire dallo schema "faccio uno sconto di tot euro" mi è rimbalzata in testa un’idea abbastanza originale, credo....
Eccola: in collaborazione, anche economica, con Elna proponiamo per il mese di marzo un’opzione upgrade, cioè il cliente compera una macchina per cucire Elna o Bernina e invece di avere la macchina che ha acquistato potrà portare a casa il modello superiore.
Faccio un piccolo esempio chiarificatore: compero una Elna 540 e porto a casa la Elna 580, oppure compero una Elna 580 e porto a casa la Elna 680, o ancora compero la Bernina 350 e porto a casa la Bernina 380 e così via. Tutto questo però avrà una scadenza certa, il 30 marzo 2017.
Ritengo che sia un tangibile segno di riconoscenza nei confronti di chi ha contribuito a far sì che la mia vita lavorativa sia stata piena e ricca di soddisfazioni.

Wow, è un'occasione che non bisogna lasciarsi sfuggire…!
Ancora una domanda. Più che altro una cuorisità: perché Per filo e per sogno?

Il nome del negozio, Per filo e per sogno è stato frutto di pensieri incrociati tra me, Anna ed Eugenio... abbiamo deciso per questo perché ci pare di poter collegare il mondo del cucito al mondo dei sogni e delle cose meravigliose che si possono realizzare…

Grazie! Grazie mille davvero per averci raccontato e reso partecipi della tua e vostra storia!
E.. tantissimi auguri di buon compleanno!!!


Spero con tutto il cuore che la storia di Danilo, Anna e Eugenio abbia appassionato anche voi almeno un pezzetto di quanto abbia ispirato e incoraggiato me. 
Alla prossima,
Lucia

martedì 14 febbraio 2017

Evonymus a San Valentino


Solo a S.Valentino potevo tornare a scrivere su questo blog e festeggiare insieme a voi l'amore che nutro per questo abitino e il pattern della sua stoffa.
Chi mi segue su Instagram già conosce un po' la sua storia. A dicembre dello scorso anno, dopo settimane di tampinamento (no dai, scherzo!) ho potuto ricevere direttamente dalle mani di Giulia-Insunsit* un metro di questa splendida tela di cotone raffigurante le bacche di Evonymus, o Berretta del prete.

Mi sono innamorata di questa stoffa al primo sguardo. Complice anche il fatto che proprio nei giorni antecedenti la pubblicazione di questo pattern, io e mio marito, durante una delle nostre passeggiate nei boschi, avevamo notato e fotografato la stessa bacca. 
Non poteva che essere amore a prima vista, non trovate?


Avendo tra le mani solo un metro di tela, la scelta per il modello da realizzare è stata quasi obbligatoria.
Devo ammettere poi che avevo proprio voglia di indossare un abito comodo, corto e sbarazzino adatto a quasi tutte le stagioni.
Magari da mettere sopra degli shorts in estate e sotto un cardigan nei mesi più freddi.
A me, ad esempio, piace tantissimo sopra i jeans! ..a mio marito, invece, un po' meno. Ma è una questione di gusti e questo modello ben si adatta al gioco di effetti.  


Che dirvi ancora.. ? Io l'adoro. 
E a ben vedere, sembra sia piaciuto tanto anche a voi che mi seguite su Instagram.  
Ed è per questo che ho deciso di metterlo in produzione e venderlo sul mio shop online. 
Per ora sto definendo ancora alcuni termini e condizioni, tipo la questione delle taglie e i tempi di attesa, ma restate in ascolto che a breve ci saranno novità.
Ad oggi ho deciso solo una cosa: voglio premiare le mie lettrici con uno sconto sull'acquisto pari alle spese di spedizione. 
Che ve ne pare?
Il codice sconto che dovrete utilizzare sarà EVONYMUS17.

Naturalmente il codice sarà attivo nel momento in cui l'abito sarà online! Ci tenevo a precisarlo perché già vi vedo a smanettare su Etsy. ;) Ah, ah, ah!

Vi abbraccio 
a presto, a mooolto presto ;)

*non potete non conoscere Giulia e il suo fantastico mondo a fiori quindi vi lascio il link alla sua pagina facebook.

lunedì 17 ottobre 2016

Blusa Giverny BurdaStyle 09/2016

..ovvero la donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole, ma senza rose né viole. Perché quelle le porto in versione impressionista sulla blusa stessa. ;oP


Siamo entrati in pieno autunno e prima che sia troppo tardi eccovi la mia versione della blusa #101 di BurdaStyle 09/2016. 
Perdonate il fatto che la maglietta sia stropicciata, ma come vi avevo già detto su IG non ho avuto molto tempo per scattare altre foto "di rito".
Della stoffa vi avevo già accennato che è un bellissimo scampolo di cotone Giverny comprato da Supercut, quello che invece non sapete è che per fare questa blusa ho utilizzato un ulteriore scampolo che mi avanzava da un altro progetto che però non ha ancora visto la luce del sole, la Eagle Jacket di Vanessa Pouzet.
(e qui perdonatemi la frase contorta!)
Purtroppo la lana con cui la sto facendo mi genera un calore pazzesco sulle gambe mentre la cucio... quindi ho rimandato la conclusione della giacca ad un altro momento.  


Ma torniamo alla blusa!

Sul Burda di settembre compaiono due versioni di questo modello, una senza maniche e una con le maniche a tre quarti. 

Vi dirò però che, pensando alla mia figura, non mi convincevano né l'una né l'altra. E poi volevo sfruttare al meglio tutto lo scampolo di stoffa avanzato. Quindi ho deciso di crearmi senza troppa fatica una terza versione a maniche corte, accorciando a misura il pattern della manica già esistente.  


La modifica di cui vado sicuramente più fiera è, invece, la cerniera a vista sulle spalle.
Nella merceria del mio paese sono riuscita a scovare una zip metallica color lillà vecchia di non so quanti anni. Sembrava aspettasse solo me.. 
Una vera chicca per questa blusa. Io l'adoro!!!

  


Ma, invece, a conti fatti, l'unica modifica che non ho apportato e a cui avrei dovuto pensare immediatamente è la lunghezza. 
Come si nota dalla mia espressione e dalla pancetta in vista di queste ultime due foto (potete anche inorridire. Ahahah!!!), il fatto che il modello sia così corto non mi convince poi molto. 
La prossima volta dovrò indossarla sicuramente con pantaloni a vita alta.. anzi altissima! 

Bene, penso d'avervi detto tutto. Voi fatemi sapere con un commento qui sotto cosa ne pensate.
Alla prossima e...
buon cucito a tutte!!!

lunedì 12 settembre 2016

La mia Wedgwood

Tornare a scrivere un post dopo sette mesi di latitanza è veramente imbarazzante. 
Mi viene quasi difficile trovare le parole per raccontarvi di questo progetto, cucito ben tre mesi fa. Aiutooo!
Se posso dire qualcosa a mia discolpa: ho aperto questo blog per condividere con voi la mia passione per il cucito, le fatiche, i miglioramenti e i traguardi raggiunti in questo campo.
Mi sembrava che nel mondo reale, intorno a me, non ci fossero persone così interessate al cucito mentre in quello virtuale era un pullulare di gente più o meno professionista tutta intenta a scambiarsi idee e progetti. Poi quando con alcune il rapporto è cresciuto al di là di internet, questo mezzo non faceva che aumentare la connessione tra di noi. Una meraviglia!
Nel frattempo però nel mio paesello hanno iniziato a capire che non mi occupavo più di teatro da un pezzo, qualche mamma ha cominciato a richiedermi qualche ora di lezione di cucito, qualcun altra mi ha affidato veri e propri lavori di sartoria. 
Ed così che è nato, un po' per gioco, il progetto #ago&filò. 
E' tutt'ora attivo, con sempre nuove "adepte", tanto da farmi desiderare di aprire un'associazione. 
..ragazze, ho mille idee per la testa. 
Speriamo di concretizzarne almeno un paio. 
Come vedete la vita reale in questo momento ha la meglio su di me. Ed è per questo che latito dai social.
Chissà che non arrivi il tempo in cui sarò in grado di conciliare le due cose..
Se mi vedrete qui un po' più spesso allora vorrà dire che ci sarò riuscita. ;)



Ed ora passiamo alla mia versione di Wedgwood di Straight Stitch Design, che però io ho comprato ad aprile in tedesco, con lo sconto del 20%, sul sito di Naeh-connection. Bella furba eh?!
Beh, se avessi scoperto prima come stavano le cose probabilmente avrei acquistato il cartamodello in inglese direttamente dal sito di Kimberly, risparmiando il tempo della traduzione. 
Ma con molta probabilità, se avessi aspettato ancora un mese per farmi una gonna con pieghe a cannoni avrei comprato il cartamodello Alice(in italiano!) di Dinuvoledicuori.


Ma era fine aprile avevo voglia di cucirmi qualcosa di particolare e fresco per l'arrivo dell'estate e ho optato per la gonna Wedgwood. In una delle tante scatole di stoffa avevo giusto un metro e mezzo di lino quadrettato Vichy comprato più di un anno fa su Supercut. Mi sembrava la stoffa giusta!



Qualcuna di voi probabilmente riconoscerà questa stoffa in una foto che avevo pubblicato su IG. La foto ritraeva un bottone ricoperto ricamato con tre punti sashiko. Beh, era per questa gonna.




Nessun bottone in commercio mi sembrava abbastanza adatto ad essere abbinato alla gonna avendo già deciso di utilizzare per la cerniera a vista una zip rosa fluo. 
Un contrasto che invece mi aveva convinto fin da subito.


L'altra particolarità di questo modello, che mi era piaciuto immediatamente e mi aveva fatto optare per il suo acquisto, sono le alette in corrispondenza delle tasche. 
Della loro riuscita sono veramente soddisfatta. Sono riuscita a far combaciare tutti i quadri di colore, per effetto vedo non vedo.
Anche in corrispondenza delle cuciture laterali.  


Ed eccomi qui alla fine del post. Sopravvissuta alla scrittura... 
Fatemi sapere se la Wedgwood piace anche a voi e se vi sono mancata in questi mesi ;)
a presto, spero

buon cucito a tutte! 
Lucia

PS: grazie Fra per esserti improvvisata fotografa per 10 minuti. Senza il tuo aiuto probabilmente non mi sarei messa a scrivere questo post.
NB: il lino si stropiccia facilmente. La gonna la tenevo indosso già da un paio di ore e aveva fatto un viaggio in macchina con me. ;)

martedì 23 febbraio 2016

In Leini dress!

Settimana scorsa, dopo giorni passati in casa a cucire per altri, sono stata colta da un raptus che non mi capitava da tempo: il cucioperme
Avevo voglia di cucire qualcosa di carino, che mi facesse sentire bene ad indossarlo e che fosse pronto nel giro di una giornata vista l'uscita serale programmata col maritino. ;)

Il cartamodello del Leini di Named giaceva sulla mensola della stanza da lavoro già da troppo tempo. Era giunto il tempo di tirarlo giù da lì!


Ho frugato nelle scatole delle stoffe ed ho trovato un fresco lana spigato grigio, comprato l'estate scorsa in uno dei negozi della mia città, e un pezzo di Liberty Jugendstil acquistato, invece, prima di Natale su Supercut. L'abbinamento mi sembrava perfetto, nonostante i sensi di colpa al pensiero di usare un Liberty così bello come fodera del bustino. 
Ma ogni tanto bisogna pur concedersi dei piccoli regali ed ho proseguito.  

Mentre provavo il vestito mi sono accorta immediatamente che su di me tutto quel grigio e le alette del bustino mi rendevano una piccola educanda in divisa monacale*
No, così proprio non poteva andare! Occorreva spezzare quella serietà con un accessorio molto vivace. 
Approfittando quindi dell'arricciatura in vita ho deciso di indossare una cinturina gialla. 


L'abbinamento mi è sembrato vincente. A voi che ve ne pare?



Ma torniamo alle questioni tecniche. Il tessuto scelto è perfetto per questa stagione dal sapore poco invernale. Basta indossare un cardigan sulle spalle e siete pronte ad uscire anche di sera. Purtroppo però questa lana si spiegazza facilmente. Quindi se siete maniache dell'ordine non vi consiglio di utilizzarla.  


Ho tagliato la taglia 40 dopo aver confrontato le mie misure con quelle scritte sul libretto del Leini. Ho praticamente seguito alla lettera tutte le indicazioni, apportando una modifica solo alla lunghezza dell'abitino. 
Il modello, infatti, è disegnato per una donna alta 174cm, ed essendo io più bassa di 10cm ho tolto al modello questa differenza. Semplice, no?! ;)

Nel comporre il vestito ho apprezzato molto il fatto che non fosse un vestito banale, come sembrerebbe ad un rapido sguardo. Ma che invece anche nella sua semplicità fosse necessario avere occhio per i particolari. 
E alla fine ho imparato qualcosa di nuovo anche cucendo un vestito così. 
Queste sì che sono soddisfazioni! ;)


Purtroppo non ho una foto del rovescio dell'abito. Mi sarebbe piaciuto indossarlo al contrario per farvi vedere la realizzazione della fodera. Ma avrei dovuto cambiarmi lì in mezzo alla campagna e, tra le persone a passeggio e quelle a cavallo che spuntavano come funghi, non mi sembrava proprio il caso. 
Magari quando tornerà il sole da queste parti aggiornerò il post con una nuova foto.
Intanto buona settimana a tutti, alla prossima

Lucia


*: non so perché rimango sempre molto affascinata da tessuti dalla trama molto particolare, al tatto materici, ma fondamentalmente grigi!